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Sostenibilità: tema centrale

01/09/2020

Il mondo in cui viviamo sta subendo trasformazioni radicali dal punto di vista sociale, demografico ed economico; le nostre azioni, scelte di consumo e di investimento incideranno profondamente su cosa lasceremo alle future generazioni. Nel nostro pianeta saremo sempre di più e l’innalzamento della speranza di vita media nei paesi sviluppati porterà ad un maggior sfruttamento delle risorse del pianeta. L’Earth day, il giorno in cui si arriva a consumare tutto quello che si sarebbe dovuto consumare nell’anno si accorcia sempre di più: dieci anni fa era intorno a ottobre, lo scorso anno il 19 luglio  mentre quest’anno le risorse del pianeta si sono esaurite più tardi rispetto all'anno scorso, il 22 di agosto. Questa è sicuramente una buona notizia, ma va letta all’interno del contesto in cui tutto il pianeta si è trovato a causa della pandemia e del successivo lockdown che ci ha bloccati, a casa, causando un crollo dei consumi in tutto il mondo. Purtroppo non si tratta di una inversione strutturale bensì di una situazione contingente ed il prossimo anno, se non si interverrà sul nostro modo di produrre, distribuire e consumare la data fatidica del consumo di tutte le risorse dell’anno si avvicinerà ancora di più. Questo significa che noi, a metà anno, ci siamo già giocati quasi tutte le risorse che avremmo dovuto consumare in 12 mesi. Per l'anno prossimo è già previsto un rimbalzo dei consumi, che sposterà di nuovo indietro il giorno dello sovrasfruttamento del pianeta e da quel momento e fino alla fine dell'anno vivremo consumando risorse che la Terra non è in grado di rigenerare in quell'anno, di fatto sottraendole al futuro. Il giorno del “sovrasfruttamento” del pianeta viene calcolato dal Global Footprint Network, un centro di ricerca internazionale fondato nel 2003 dall'ambientalista svizzero Mathis Wackernagel, che tiene la contabilità dello sfruttamento delle risorse naturali da parte dell'umanità, cioè della nostra impronta ecologica. Mai come oggi la sostenibilità, ambientale e sociale, è un tema centrale nel dibattito politico e nell’agenda mondiale, così come in ampi settori produttivi e della società civile. Da una ricerca Nielsen del 2018 relativamente agli americani e da alcune delle più grandi agenzie di marketing che ci sono al mondo si evince che oggi addirittura quasi un terzo dei consumatori è molto attento al punto di vista sociale e ambientale quando compra un prodotto, ma la cosa più interessante non è tanto la percentuale ma il perché.

Ci sono essenzialmente due motivi:

  • il primo perché si vuole sentire parte di un cambiamento quindi la persona vuole sentire che sta contribuendo;
  • il secondo è perché non è solamente spinta da una voglia di fare del bene agli altri ma anche di far bene a se stessa.
Questo è uno dei motivi per cui l’organic food, ad esempio, cresce più del 10% all'anno perché noi vogliamo mangiare bene e se il gusto è altrettanto buono vogliamo anche mangiare sano e ovviamente non inquinare. Così come siamo attenti agli ingredienti di un qualsiasi alimento allo stesso tempo anche la componente di co2 generata nel processo produttivo è importante perché alla fine siamo noi che respiriamo l’aria. C'è una spinta a voler fare del bene, ma soprattutto un approccio più personale nel dire io voglio stare meglio. A livello di Governi, il Green deal europeo approvato dalla Commissione europea mira a rendere l’Europa il primo continente ad emissioni zero entro il 2050 con evidenti benefici per la salute delle persone, del pianeta e di un’economia più orientata verso i principi più sostenibili. Nel 2018 il premio Nobel per l’economia è stato assegnato a due studiosi americani per aver approfondito la relazione tra ambiente ed economia (Bill Nordhaus) e l’innovazione e la crescita a lungo termine (Paul Romer). L’assegnazione del Nobel è stato motivato per la sfida di combinare la crescita sostenibile a lungo termine dell’economia mondiale con il benessere della popolazione del pianeta. Anche nel settore degli investimenti la tematica della sostenibilità sta incontrando l’attenzione degli investitori e la consapevolezza su questo tema sta aumentando. Spesso si pensa che allocare i risparmi secondo i criteri di sostenibilità siano investimenti associati a minori rendimenti mentre al contrario elementi centrali sono la stabilità del rendimento e la fiducia nelle società più virtuose. Concludiamo nel dire che oggi non basta sembrare sostenibili dandosi una ripulita ambientalista ma bisogna esserlo davvero affinché la sostenibilità diventi un valore ed anche la finanza deve fare la sua parte per la sua funzione di essere al servizio dell’economia e degli obiettivi delle persone e della società.   Nelle prossime settimane andremo a sviluppare il tema della sostenibilità ed i benefici nelle scelte di investimento.   Ogni mese scrivo la mia newsletter “Oggi ti parlo di…” che condivido con i miei clienti e con il mio network volta ad analizzare tematiche specifiche al fine di creare spunti di riflessione e confronto e rimanere sempre informati. Se non lo hai ancora fatto iscriviti qui: Oggi ti parlo di…   Rosario Daniele Iemulo