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Risparmio previdenziale: non tutti sanno che…
21/12/2020
La storia del sistema previdenziale italiano è una storia infinita. Le innumerevoli riforme a cui abbiamo assistito fino ad oggi hanno apportato continue modifiche al sistema e hanno avuto l’obiettivo di allungare l’età pensionabile, di aumentare gli anni di contribuzione minimi e di restringere i requisiti per il pre-pensionamento.
Il risultato di queste riforme è che lavoreremo di più e avremo un assegno pensionistico pubblico sempre più basso.
La legge Finanziaria del 2007 ha portato alla costituzione nel nostro Paese della previdenza complementare, cioè quella che si affianca al cosiddetto primo pilastro che è la previdenza pubblica erogata principalmente dall’INPS.
La previdenza complementare ha la funzione di accompagnare l’aderente lungo il proprio ciclo di vita attraverso l’accantonamento regolare di una parte dei risparmi durante la vita lavorativa per ottenere una pensione che si aggiungerà a quella corrisposta dalla previdenza obbligatoria.
L’obiettivo è quello di andare a colmare il gap che ognuno di noi avrà, soprattutto per chi ha iniziato a lavorare dal 2002 in poi, al fine di poter mantenere lo stesso tenore di vita sperimentato durante l’attività lavorativa.
Il suggerimento è, per evitare di essere colti impreparati, quello di aderire alla previdenza integrativa e volontaria che garantisce ai giovani e ai meno giovani di mantenere il tenore di vita voluto.
Lo strumento più adeguato per pianificare il futuro previdenziale è il fondo pensione.
Il fondo pensione è la forma pensionistica integrativa individuale, che prevede l’erogazione di una rendita in modo da garantire un tenore di vita adeguato a partire dal momento del pensionamento.
Il fondo pensione si basa su un sistema a capitalizzazione che consiste nella creazione di un conto individuale in cui affluiscono i versamenti volontari, che vengono investiti sui mercati finanziari.
Il fondo pensione presenta molte agevolazioni fiscali che ne fanno uno strumento unico nel panorama italiano e che tutti dovrebbero avere:
- Le somme che durante l’anno vengono versate nel fondo pensione fino a un ammontare di 5.164 €, si possono portare in deduzione – cioè abbassano l’ammontare dell’imponibile irpef – e quindi si pagano meno tasse in base alla propria aliquota contributiva. Questa tabella riassume le fasce di reddito e le relative aliquote che vengono applicate e aiuta a capire il vantaggio della deduzione fiscale. Prendiamo come esempio un lavoratore che ha un reddito tra 55.000 e 75.000 € e se durante l’anno versa sul proprio fondo pensione i famosi 5.164 € avrà un vantaggio, oggi, del 41% cioè di 2.117 € di minor tasse da pagare.
- A differenza degli investimenti classici in fondi, sicav, azioni etc, la tassazione sui rendimenti del fondo pensione è più bassa e cioè al 20% e non al 26%.
- Il montante accumulato sarà soggetto ad una aliquota fiscale che varia dal 15% fino al 9% in base all’anzianità di permanenza all’interno del fondo.
- Sui fondi pensione, a differenza degli altri investimenti, non si paga l’imposta di bollo annua che ad oggi è lo 0,2% sul controvalore dell’investimento.
- Le somme destinate al fondo pensione non rientrano nel calcolo ISEE, per cui io posso avere anche un milione di euro nel fondo pensione e beneficiare nel contempo delle altre agevolazioni previste da un certo ammontare di ISEE.
- Gli importi all’interno dei fondi pensioni sono impignorabili ed insequestrabili.
- L’ammontare presente nel fondo pensione non rientra nell’asse ereditario per cui è esente dalle imposte di successione con notevole risparmio di imposte in capo agli eredi.
- Infine, il fondo pensione aiuta a una gestione razionale dei propri risparmi perché il fatto di essere consapevoli di accantonare delle somme regolari per il proprio futuro non ci fa cambiare idea anche nelle fasi più avverse di mercato. E il tempo sarà il migliore alleato che consentirà di ottenere i frutti del risparmio.