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24/11/2020

Gli italiani sono un popolo di risparmiatori e, quando si deve pensare alla pensione, spesso si preoccupano senza trovare le giuste mosse da fare. Quante volte avrai sentito dire che “alla pensione bisogna pensarci per tempo”? Ai più potrebbe sembrare un ritornello vuoto di significato e spesso viene ignorato. In un paese come il nostro, in cui ancora ci si affida troppo spesso alla previdenza pubblica con il pensiero che la pensione dello Stato sia l’unica fonte di sostentamento per una vecchiaia serena, per costruire un pensionamento felice basterà fare delle scelte che ci permetteranno di trascorrere una vecchiaia senza rimorsi. La storia del sistema pensionistico italiano è in continua evoluzione, nel corso degli ultimi decenni abbiamo assistito a diverse riforme previdenziali volte all’allungamento dell’età pensionabile e all’aumento degli anni di contribuzione minima. Quali sono le principali cause che hanno determinato queste modifiche sostanziali al sistema previdenziale?
  • Invecchiamento della popolazione
Siamo un paese dove si fanno sempre meno figli e di conseguenza il rapporto tra giovani ed anziani continua ad aumentare. Per 100 giovani sotto i 15 anni ci sono 173 persone over 65 anni. Secondo il prof. Gian Carlo Blangiardo, ordinario di Demografia all’Università Bicocca di Milano, il rapporto tra la popolazione attiva (20-65anni) e i pensionati raddoppierà nel giro di una generazione. Si stima che nel 2050 avremo 7,9 milioni di giovani sotto i 15 anni, ma avremo 19,8 milioni di over 65enni. Questo significa il doppio del carico previdenziale. Nell’immagine seguente vediamo chiaramente come una struttura demografica “a fungo” (cioè dove i vecchi sono più dei giovani), mette a rischio la base produttiva: troppo pochi quelli che lavorano, e troppi quelli che avranno bisogno di una pensione pagata. [caption id="attachment_2988" align="aligncenter" width="626"]anziani Fonte: ForFinance[/caption]  
  • Cambiamento nella natura del lavoro
Rispetto al passato, l’entrata nel mondo del lavoro si è spostata più avanti nel tempo. Molto spesso i giovani svolgono lavori saltuari o lavori con contributi non sempre regolari e pertanto gli accantonamenti rischiano di essere molto inferiori rispetto alle necessità. Tutto questo comporterà che le persone faranno sempre più fatica a ricevere pensioni in linea con il loro tenore di vita proprio perché la contribuzione non sarà adeguata. A pagare saranno soprattutto i nati a partire dagli anni ‘80, i quali percepiranno una pensione calcolata esclusivamente con il sistema contributivo, che richiederà più anni e una continuità lavorativa che spesso i giovani italiani non hanno.  
  • Longevità
Grazie al continuo miglioramento delle condizioni economiche e sanitarie, in Italia la speranza di vita supera gli 80 anni per gli uomini e quasi gli 85 per le donne. In pratica passeremo oltre 24 anni in terza o quarta età secondo i dati Istat, ciò corrisponde al 45% in più di vita residua dall’inizio dell’età pensionabile rispetto agli anni 50. Questo da una parte comporterà un ingente esborso di denaro da parte delle casse dello stato per pagare le pensioni e dall’altra la necessità di avere a disposizione maggiori risorse finanziarie. La possibilità di vivere più a lungo è sicuramente un fenomeno da annoverare tra gli aspetti positivi del nostro prossimo futuro ed è altrettanto vero che questo rappresenta una sfida per far corrispondere un maggiore benessere e qualità della vita. Siamo tutti destinati a vivere di più ma chi pagherà i contributi previdenziali di persone sempre più longeve? Mercer, il più grande istituto di ricerca previdenziale al mondo, ha lanciato l’allarme “otto persone su 10 vivranno più a lungo dei loro risparmi e delle loro pensioni.” [caption id="attachment_2989" align="aligncenter" width="700"]lavoratori e pensioni Fonte: ForFinance[/caption]   C’è un’unica certezza: lavoreremo di più e prenderemo meno soldi ma soprattutto chissà quando. Possiamo decidere di lasciare tutto così facendoci travolgere dagli eventi oppure possiamo agire per costruirci una solida alternativa alla previdenza pubblica per quando lasceremo il mondo del lavoro attraverso l’introduzione di una forma di previdenza alternativa individuale. Domande del tipo: Quale tenore di vita ambisco ad avere in quegli anni? Quanti soldi mi serviranno? Quale soluzione implementare? Sono domande pertinenti che ci permetteranno di farci trovare pronti. Io suggerisco di pianificare la pensione al più presto perché il tempo è la variabile più importante che consente ai nostri risparmi di lavorare per noi con meno sacrifici. Mi auguro che ognuno di voi abbia un bravo Consulente Finanziario che vi parli di questa priorità per il vostro benessere futuro e che vi indichi il percorso giusto.