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Patrimoniale sì, patrimoniale no
16/06/2020
Era il 1992 quando il governo di Giuliano Amato, al potere solo da pochi mesi, prese una decisione senza precedenti: applicare una patrimoniale sui conti correnti degli italiani, il famoso 6 per mille sui capitali che, in realtà, erano già al netto delle imposte.
Si pensa ad una patrimoniale solo in un periodo di eccezionalità, e visto che questo lo è, si inizia a sentirne parlare.
Ma che cos’è? E perché oggi si sente parlare di patrimoniale?
La patrimoniale è un’imposta che colpisce il patrimonio, sia mobile che immobile: denaro, case, azioni, valori preziosi, obbligazioni. Può colpire sia le persone fisiche che quelle giuridiche. Di fronte all’eccezionalità del momento generato dall’emergenza sanitaria che ha provocato il blocco di tutte le attività per due mesi innescando una profonda crisi economica, il Governo continua a creare debito finanziandolo attraverso l’emissione di titoli di Stato. Il nostro Paese però è già pieno di debiti, e per fare fronte a questo periodo cosa si fa? Si aumenta il debito! “Secondo le stime di Mazziero Research a fine giugno il debito italiano sarà compreso tra 2.516 e 2.521 mld, mentre a fine anno potrebbe trovarsi oltre i 2.550 mld”. Si tratta di una cifra monstre, per questo motivo iniziano a spuntare gli articoli su una eventuale imposta patrimoniale. IMPORTANTE : c’è da dire che oggi questo rischio sembra più teorico che reale grazie al sostegno da parte della Banca Centrale Europea nell’acquistare i titoli del debito pubblico almeno fino alla fine del 2021. Ma vediamo quali potrebbero essere le diverse opzioni per reperire eventuali ulteriori risorse:- Prelievo forzoso sui conti correnti, come quello effettuato dal Governo Amato nel 1992. Noi italiani abbiamo 1, 6 miliardi di liquidità sui conti correnti questi dati si riferiscono al marzo 2020 dati ABI e ipotizzando un’aliquota al 5 per mille, si stima un gettito straordinario per le casse del Tesoro di circa 8 miliardi di euro: tale cifra non risolverebbe alcuna emergenza e inoltre avrebbe un impatto molto depressivo su consumi e investimenti delle famiglie a fronte dell’ingente costo politico di una simile mossa, risultando di fatto controproducente.
- Imposta sul patrimonio immobiliare, quasi metà della ricchezza degli italiani è rappresentata dalle abitazioni e da sempre gli immobili sono stati considerati il bancomat di ogni governo tassandoli sempre di più. Una tipica proposta per incrementare il gettito è legata all’estensione dell’imposta Imu/tasi alle prime case (che rappresentano circa il 66% del patrimonio immobiliare degli italiani) e ad una rivalutazione delle rendite catastali che, differiscono in misura significativa dall’effettivo valore di mercato degli immobili.
- L’incremento delle imposte di successione e donazione che in Italia risultano molto meno severe rispetto a quelle di altri Paesi OCSE tanto da far considerare l’Italia da questo punto di vista un paradiso fiscale.