Nell’articolo di settimana scorsa abbiamo trattato il tema degli elementi utili da considerare quando decidiamo di affidare i nostri risparmi ad una banca, questa settimana invece andremo ad identificare
gli strumenti utili per valutare la solidità di quel determinato istituto bancario.
Se sei un azionista... vuoi vedere aumentare il valore delle tue azioni.
Se sei un obbligazionista... vuoi ricevere le cedole e vederti rimborsato il capitale investito.
Se sei un correntista... vuoi che i tuoi risparmi siano al sicuro.
Da sempre, ed oggi più che mai, è importante
affidarsi ad una banca solida.
Fino al 1° gennaio 2016 nel caso in cui un istituto bancario si fosse trovato in difficoltà era previsto il salvataggio da parte degli Stati e pertanto il rischio per i risparmiatori era molto basso.
Dal 1° gennaio 2016, invece, ci sono nuove regole europee dettate dalla direttiva BRRD (
Bank Recovery and Resolution Directive) la quale introduce in tutti i paesi europei regole armonizzate per prevenire e gestire le crisi delle banche.
Il bail-in o salvataggio interno è uno degli strumenti, all’interno della direttiva europea, che la Banca d’Italia può utilizzare per affrontare le difficolta economiche di una determinata banca; per bail-in s’intende la riduzione del valore delle azioni e di altri crediti della banca. Si applica seguendo una precisa gerarchia sintetizzata nella tabella sotto:
Parliamo di quelli che sono gli elementi che ci possono aiutare a comprendere in quale stato di salute si trova una banca.
Prima di tutto occorre valutare quanto è solida una banca a livello patrimoniale, quanto è liquida e quanta redditività è in grado di generare.
La
Solidità patrimoniale ci dice quanto quella banca è in grado di rimanere in vita.
La
Liquidità esprime la capacità di reagire di fronte a determinate situazione avverse.
La
Redditività ci racconta quanto la banca è in grado di generare profitto nel tempo.
Solidità
La solidità patrimoniale di una banca si misura attraverso il Cet1 (Common equity Tier 1) calcolato con il rapporto tra il tier 1 e le attività di bilancio ponderate per il rischio.
Il Tier 1 è la componente primaria di capitale composta da azioni ordinarie e privilegiate più riserve e utili non distribuiti. Attività che possono essere usate immediatamente e senza restrizioni a copertura dei rischi.
Attività di bilancio sono tutti i componenti dell’attivo di bilancio ponderate per il rischio.
Secondo il vincolo di Basilea, per le banche sistemiche il coefficiente Cet1 deve essere come minimo pari all’8%.
Nelle tabelle sotto la classifica delle banche più solide:
Liquidità
La liquidità di una banca viene espressa attraverso il parametro
Lcr (liquidity coverage ratio) il quale sintetizza la capacità di far fronte facilmente attraverso la liquidità agli impegni di brevissimo termine (30 giorni).
Si calcola rapportando le sostanze liquide immediatamente a disposizione della banca con i flussi netti di uscita nei prossimi 30 giorni e pertanto capacità di reagire ad eventuali stress che si manifestano.
Maggiore è l’Lcr e più solida viene considerata la banca. In Italia ci sono banche che superano di poco il 100% mentre altre arrivano pure al 300%.
Se vogliamo fare un parallelismo con il mondo corporate, un indicatore che sintetizza la liquidità dell’azienda è il Dscr che esprime la
capacità di rimborso del debito dell’azienda e la conseguente sostenibilità del debito in relazione anche ai piani di sviluppo aziendali.
In pratica, in campo aziendale quando si va ad analizzare il Dscr di una controparte con cui stiamo lavorando, ci si chiede se essa sia in grado di far fronte agli impegni finanziari e ai flussi di cassa netti in uscita nei prossimi 30 giorni.
Questo indicatore vien poco considerato, ma come sappiamo il passo tra la liquidità e l’illiquidità potrebbe essere breve.
Abbiamo tanti esempi di aziende in tranquillità economica ma che a causa del lockdown sono andate in difficoltà finanziaria.
Redditività
Normalmente l’indice che esprime la redditività è il
Roe (Return on equity) calcolato con il rapporto tra utile netto ed il patrimonio netto. Tale indice non è sensibile al rischio in quanto è condizionato da eventuali proventi di natura straordinaria e da eventuali politiche di bilancio come gli accantonamenti.
Per questo motivo nel settore bancario il Roe viene approfondito con l’indice cost/income che esprime il rapporto tra i costi operativi e il margine di intermediazione.
In passato il margine di interesse occupava l’80% del margine di intermediazione, oggi con i tassi negativi, il margine di intermediazione proviene dai ricavi da servizi.
Il cost income assomiglia al Mol (Margine operativo lordo) delle aziende che rappresenta un indicatore primario di redditività, con la differenza che il Mol più alto è meglio è, nel mondo bancario il cost/income più basso è meglio è.
Entrambi gli indicatori si riferiscono alla gestione caratteristica non influenzata da eventuali politiche di bilancio.
Le banche italiane nel 2019 hanno registrato un cost income medio del 63%.
Abbiamo visto in sintesi tre degli indicatori più utili per valutare la solidità della banca a cui abbiamo dato fiducia, ma dove possiamo vedere tutte queste informazioni?
Il primo strumento da consultare è il bilancio bancario.
Inoltre, ogni banca pubblica queste informazioni attraverso le note informative oppure sul proprio sito internet.
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Rosario Daniele Iemulo