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Consolidare o rimanere investiti?
28/06/2024
In questo ultimo periodo, uno degli interrogativi più diffusi tra gli investitori è quanto sia rischioso investire in borsa, dato che i mercati hanno raggiunto e superato livelli massimi. Come sempre, la mente umana è incredibilmente efficiente nel generare preoccupazioni: un anno e mezzo fa le paure erano legate a mercati in crisi a causa di guerra, inflazione e crisi energetica; oggi, la preoccupazione riguarda mercati troppo esuberanti, che potrebbero invertire la tendenza positiva da un momento all’altro.
Con un rialzo che continua quasi indisturbato su molti indici internazionali, è inevitabile che aumenti il numero di investitori che si chiedono cosa sia meglio fare: prendere profitto in cerca di nuove opportunità o rimanere investiti?
Questa decisione è cruciale e può avere un impatto significativo sui risultati finanziari a lungo termine. Esaminiamo più da vicino le principali considerazioni che depongono sia a favore del consolidamento dei guadagni sia del rimanere investiti, con l'obiettivo di aiutarti a prendere decisioni informate.
Qualsiasi decisione e valutazione non può prescindere da un’analisi del mercato americano, che nel bene e nel male influenza l'umore degli investitori di tutto il mondo.
Nei primi sei mesi del 2024, l'indice azionario più importante al mondo, l’ S&P 500, ha toccato il 31° massimo storico dell’anno, raggiungendo uno dei suoi migliori risultati di sempre. Tuttavia, il mercato non si distingue per fondamentali particolarmente favorevoli: l'attuale livello di prezzi scambia a 24,3 volte gli utili, nettamente sopra la media storica degli ultimi decenni, fissata a 18,5.
Il principale contributo al rialzo proviene da grandi colossi, tutti appartenenti al settore tecnologico con le prime 5 partecipazioni nell’ S&P 500 che costituiscono ora il 27% dell’indice, la concentrazione più alta che abbiamo visto con dati risalenti al 1980. Le 3 maggiori società dell' S&P 500 (Nvidia, Microsoft e Apple) rappresentano una quota record del 21% dell’intero indice.
Con questi numeri è naturale chiedersi quanto un loro ridimensionamento impatterebbe in modo significativo sul mercato.
Un altro aspetto a favore dell'uscita dal mercato azionario è la rinnovata attrattiva del mercato obbligazionario, divenuto interessante dopo il ciclo di rialzo dei tassi. Oggi, gli investitori possono ottenere tassi nominali dal 3% dei titoli governativi dell’Area Euro a oltre il 7% degli high yield globali, condizioni non disprezzabili per chi decide di posizionarvi parte del proprio patrimonio.
La terza variabile, forse la più importante ma spesso trascurata, riguarda il tempo e potrebbe essere utile chiedersi: quando mi servono quei soldi? Se il denaro investito sul mercato azionario serve a soddisfare un’esigenza nel breve termine, allora consolidare i profitti per evitare l'instabilità è chiaramente sensato. Se invece non c'è una necessità imminente, potrebbe essere più opportuno considerare i motivi per rimanere investiti.
Se allarghiamo lo sguardo, notiamo che in diversi mercati azionari persistono condizioni tutt'altro che tirate. Oltre ai mercati emergenti, con la Cina in testa (dove molti istituzionali stanno tornando a investire), anche in Europa le quotazioni non sono eccessive. Il MSCI Europe ha un forward P/E di 13,8 e l'Italia, nonostante il forte bull market, è sotto i 10.
Anche l' S&P 500, escludendo le magnifiche sette che hanno beneficiato di una straordinaria spinta rialzista, presenta multipli sostanzialmente in linea con le medie storiche. L'inflazione più alta favorisce gli asset rischiosi, comprese le azioni, poiché molte aziende sono riuscite a mantenere i margini, trasferendo l'aumento dei costi sui consumatori. Questo significa che, in caso di rotazione settoriale, chi ha corso meno potrebbe compensare eventuali passi falsi di chi ha corso di più.
Sul mercato azionario è importante distinguere le situazioni di potenziale pericolo in particolari piazze (come l’ S&P 500) da situazioni più generali senza criticità significative.
Inoltre, dobbiamo avere ben presente che stiamo vivendo nell’era economica migliore di sempre. Sebbene i media enfatizzino problemi e difficoltà, là fuori c'è un mondo che accelera sempre più, migliorando la vita di miliardi di persone.
Questo grafico sintetizza efficacemente la velocità con cui si genera ricchezza a livello globale (fonte Our World in Data, 2023). In quale altra epoca vorremmo vivere, se non in questa?
Con un rialzo che continua quasi indisturbato su molti indici internazionali, è inevitabile che aumenti il numero di investitori che si chiedono cosa sia meglio fare: prendere profitto in cerca di nuove opportunità o rimanere investiti?
Questa decisione è cruciale e può avere un impatto significativo sui risultati finanziari a lungo termine. Esaminiamo più da vicino le principali considerazioni che depongono sia a favore del consolidamento dei guadagni sia del rimanere investiti, con l'obiettivo di aiutarti a prendere decisioni informate.
PERCHÉ CONSOLIDARE?
Qualsiasi decisione e valutazione non può prescindere da un’analisi del mercato americano, che nel bene e nel male influenza l'umore degli investitori di tutto il mondo.
Nei primi sei mesi del 2024, l'indice azionario più importante al mondo, l’ S&P 500, ha toccato il 31° massimo storico dell’anno, raggiungendo uno dei suoi migliori risultati di sempre. Tuttavia, il mercato non si distingue per fondamentali particolarmente favorevoli: l'attuale livello di prezzi scambia a 24,3 volte gli utili, nettamente sopra la media storica degli ultimi decenni, fissata a 18,5.
Il principale contributo al rialzo proviene da grandi colossi, tutti appartenenti al settore tecnologico con le prime 5 partecipazioni nell’ S&P 500 che costituiscono ora il 27% dell’indice, la concentrazione più alta che abbiamo visto con dati risalenti al 1980. Le 3 maggiori società dell' S&P 500 (Nvidia, Microsoft e Apple) rappresentano una quota record del 21% dell’intero indice.
Con questi numeri è naturale chiedersi quanto un loro ridimensionamento impatterebbe in modo significativo sul mercato.
Un altro aspetto a favore dell'uscita dal mercato azionario è la rinnovata attrattiva del mercato obbligazionario, divenuto interessante dopo il ciclo di rialzo dei tassi. Oggi, gli investitori possono ottenere tassi nominali dal 3% dei titoli governativi dell’Area Euro a oltre il 7% degli high yield globali, condizioni non disprezzabili per chi decide di posizionarvi parte del proprio patrimonio.
La terza variabile, forse la più importante ma spesso trascurata, riguarda il tempo e potrebbe essere utile chiedersi: quando mi servono quei soldi? Se il denaro investito sul mercato azionario serve a soddisfare un’esigenza nel breve termine, allora consolidare i profitti per evitare l'instabilità è chiaramente sensato. Se invece non c'è una necessità imminente, potrebbe essere più opportuno considerare i motivi per rimanere investiti.
PERCHÉ RIMANERE INVESTITI?
Se allarghiamo lo sguardo, notiamo che in diversi mercati azionari persistono condizioni tutt'altro che tirate. Oltre ai mercati emergenti, con la Cina in testa (dove molti istituzionali stanno tornando a investire), anche in Europa le quotazioni non sono eccessive. Il MSCI Europe ha un forward P/E di 13,8 e l'Italia, nonostante il forte bull market, è sotto i 10.
Anche l' S&P 500, escludendo le magnifiche sette che hanno beneficiato di una straordinaria spinta rialzista, presenta multipli sostanzialmente in linea con le medie storiche. L'inflazione più alta favorisce gli asset rischiosi, comprese le azioni, poiché molte aziende sono riuscite a mantenere i margini, trasferendo l'aumento dei costi sui consumatori. Questo significa che, in caso di rotazione settoriale, chi ha corso meno potrebbe compensare eventuali passi falsi di chi ha corso di più.
Sul mercato azionario è importante distinguere le situazioni di potenziale pericolo in particolari piazze (come l’ S&P 500) da situazioni più generali senza criticità significative.
Inoltre, dobbiamo avere ben presente che stiamo vivendo nell’era economica migliore di sempre. Sebbene i media enfatizzino problemi e difficoltà, là fuori c'è un mondo che accelera sempre più, migliorando la vita di miliardi di persone.
Questo grafico sintetizza efficacemente la velocità con cui si genera ricchezza a livello globale (fonte Our World in Data, 2023). In quale altra epoca vorremmo vivere, se non in questa?
Fonte: kaidan
Come sappiamo il mercato azionario riflette l’economia reale. Se hai investito nei mercati azionari e non hai esigenze di impiego del denaro nel breve termine, per quale motivo razionale dovresti uscire da questo mercato?
Possiamo trovare un compromesso tra consolidare e rimanere investiti? Sì, possiamo. Ecco alcune strategie che possono aiutarti a gestire il tuo dilemma:
Possiamo trovare un compromesso tra consolidare e rimanere investiti? Sì, possiamo. Ecco alcune strategie che possono aiutarti a gestire il tuo dilemma:
- Strategia di vendita graduale: invece di vendere tutti gli investimenti in una volta, considera una vendita graduale. Questo approccio permette di consolidare parte dei guadagni, riducendo l'ansia associata alle fluttuazioni del mercato;
- Riequilibrio periodico del portafoglio: riequilibrare periodicamente il portafoglio per mantenere l'allocazione desiderata tra diversi asset. Questo aiuta a proteggere i guadagni e a investire in asset che potrebbero essere sottovalutati;
- Diversificazione: assicurarsi che il portafoglio sia adeguatamente diversificato. Una buona diversificazione può ridurre il rischio complessivo e aumentare la resilienza del portafoglio durante le fasi di volatilità del mercato;
- Obiettivi finanziari chiari: definisci chiaramente i tuoi obiettivi finanziari. Se hai raggiunto un obiettivo significativo, potrebbe essere il momento di consolidare alcuni guadagni. Se gli obiettivi a lungo termine non sono ancora raggiunti, potrebbe essere meglio rimanere investiti.