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Cicala o formica? Forse meglio entrambe
29/03/2021
La conosciamo tutti la storia della cicala e la formica di Esopo?
Una cicala trascorre il suo tempo saltellando e cantando per tutti i mesi dell’estate, godendosi le belle giornate di sole, mentre una formica lavora sodo per tutta l’estate, raccoglie cibo e lo conserva nella sua casa per l’inverno.
Alla cicala è incomprensibile l’atteggiamento della formica, per questo continua a chiederle di giocare e cantare con lei, ma la formica, che imperterrita va avanti con il suo lavoro, le risponde che sta conservando il cibo per l’inverno perché presto non ci sarà più niente da mangiare e non si può fermare.
La cicala ridendo le dice che non occorre preoccuparsi così tanto perché c’è cibo in abbondanza ed è bello divertirsi, e continua a cantare.
Arriva l’inverno, la cicala non trova nulla da mangiare e comincia a morire di fame mentre la formica laboriosa ben nutrita, ha la sua casa accogliente con cibo in abbondanza.
I fatti ci dimostrano che noi italiani siamo delle straordinarie formiche, capaci di fare sacrifici importanti pur di mettere qualcosa da parte alla ricerca di protezione e sicurezza e di modalità per creare ricchezza.
Ma basta fare sacrifici e risparmiare per vivere bene?
La favola di Esopo ci dice anche altro.
Ci dice, se ci impersonifichiamo nella cicala, che è importante anche cantare e divertirsi.
Ciò che è meglio è trovare il giusto equilibrio tra lavorare, prendersi cura di sé stessi, risparmiare e prepararsi per il futuro occupandoci meglio dei nostri soldi.
È proprio nella gestione dei risparmi che vengono evidenziate le scarse capacità degli italiani, molto spesso infatti si finisce per lasciarli sul conto corrente, ne sono la prova gli oltre 1.700 miliardi di liquidità depositata nei conti correnti e depositi a breve termine.
Mantenere un’ingente quota di liquidità in portafoglio comporta la rinuncia agli extra rendimenti che gli asset finanziari hanno dimostrato di ritornare nel lungo termine agli investitori lungimiranti e pazienti e ci espone anche ad eventuali rischi fiscali, patrimoniali e all’inflazione.
Sarà infatti l’inflazione che eroderà il potere d’acquisto, per cui lasciare i nostri risparmi fermi significa accumulare una perdita certa e non essere protetti come invece immaginavamo.