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Qualche giorno fa ho incontrato Vittorio e nel corso del nostro appuntamento mensile mi ha posto una domanda: “Da più parti leggo e sento dire continuamente che i mercati scenderanno, perché non liquidiamo tutto e trasferiamo sul conto la liquidità in attesa di rientrare a prezzi più convenienti?”. Ad essere sincero, è da diversi anni che mi sento fare questa domanda da tanti risparmiatori. È umano pensarla così, le persone da una parte vogliono prendersi il rischio al rialzo mentre dall’altra vogliono essere protetti dal rischio del ribasso. La liquidità in conto fa sentire bene e ci protegge, ma purtroppo non cresce di valore. Quando si tratta di investire, un ruolo importante lo gioca la sfera emotiva e il sovraccarico di informazioni dell’era moderna, veicolato da TV, stampa specializzata, forum finanziari e social non aiuta, anzi, ha condizionato e continua a condizionare buona parte dei risparmiatori nelle scelte di investimento. Sarebbe interessante capire se questo eccesso di informazioni li abbia aiutati a migliorare le loro performance degli investimenti. Diversi studi dimostrano che rimanere investiti nei mercati finanziari risulta essere la scelta migliore, perché nel lungo termine i rendimenti arrivano. Nel grafico è riportata la performance annualizzata dell'MSCI World in percentuale nel periodo gennaio 1999 - marzo 2019 in quattro diverse casistiche. Un investitore che avesse mantenuto l’investimento ininterrottamente per tutto il periodo indicato avrebbe realizzato più del doppio dei guadagni di un investitore che avesse "mancato" anche solo i migliori 10 giorni di mercato. Se avesse mancato i 40, o addirittura 70, dei migliori giorni, i rendimenti sarebbero stati negativi. Cercare di evitare una discesa apportando cambiamenti drastici nell'allocazione delle risorse attraverso l’uscita dal mercato può causare danni ai risultati di investimento a lungo termine, ma soprattutto pone l’investitore a compiere un’ulteriore “azione” per decidere quando rientrare. È proprio questo il punto, disinvestire e lasciare i soldi sul conto potrebbe essere una decisione facile, ma non è altrettanto facile decidere quando rientrare perché se i prezzi dovessero scendere ci si aspetta che continuino a scendere ma nel frattempo il prezzo ricomincia a salire senza essere riusciti a rientrare. Quindi il tentativo di evitare la volatilità del mercato nel breve termine difficilmente si tramuta in una mossa saggia a lungo termine perché il lungo termine favorisce coloro che rimangono investiti. Mi piace condividere l’esempio del fondo Magellan perché ci dà un’idea di come le scelte emotive incidano sui ritorni in termine di rendimento. Peter Lynch, gestore del Fondo Magellan presso Fidelity Investments, tra il 1977 e il 1990, ha registrato un rendimento medio del 29,2%. battendo lo S&P 500 per ben 11 volte su 13. Peter Lynch, era stato definito dal Wall Street Journal come “un genio” e “un mago degli investimenti”.
Secondo te in che modo Peter Lynch ha realizzato questa straordinaria performance? Investiva in azioni esattamente al momento giusto e poi le vendeva quando i loro prezzi aumentavano?Non aveva a disposizione la sfera di cristallo per fare questo ma al contrario seguiva una strategia e riteneva che i maggiori rendimenti dovessero realizzarsi investendo a lungo termine ed il prezzo era considerato una variabile poco importante. Quello che contava era il tempo nel valutarne il ritorno. Tuttavia, nonostante la rimarcabile performance del fondo, oltre il 50% degli investitori ha perso soldi perché, pur avendo investito nel miglior fondo della storia, l’investitore medio è stato fortemente danneggiato dagli effetti negativi dell’emotività e dall’entrare ed uscire nei momenti sbagliati.
Tutte le volte che pensi di uscire dal mercato chiediti sempre se i tuoi obiettivi sono cambiati e se l’investimento finanziario fa per te.Se la risposta a queste due domande è sì, allora la cosa migliore da fare è rimanere aderente al tuo piano di investimento e seguirlo magari effettuando degli aggiustamenti tattici per evitare di essere preso in contropiede quando si verificheranno discese dei mercati. Investire i propri risparmi non è un servizio accessorio, ma una scelta fondamentale perché da un corretto impiego di questi molto spesso dipende il benessere futuro di una persona o famiglia. Per tale motivo è fondamentale stabilire bene per cosa si investe, determinare il giusto tempo per far maturare i rendimenti ed implementare un piano di investimento che possa resistere anche alle intemperie momentanee che ci saranno sempre. Allo stesso modo è importante farsi affiancare da un consulente finanziario di fiducia perché potrà fornirti una visione più ampia aiutandoti a raggiungere i tuoi obiettivi. Rosario Daniele Iemulo
Gli investimenti vengono generalmente effettuati nel tentativo di raggiungere obiettivi di vita e realizzare sogni per cui si rinuncia ad un consumo attuale per avere benefici futuri. Nel mondo finanziario le decisioni di investimento dovrebbero essere basate su diversi fattori logici-razionali, ma nella stragrande maggioranza sono guidate da fattori emotivi e psicologici a volte incompatibili con gli obiettivi finanziari a lungo termine. Ecco che, invece di portare tranquillità, le decisioni di investimento sono spesso complesse e confuse e possono portare a sentimenti come angoscia, preoccupazione, ansia o avidità. Tutti questi aspetti affliggono le menti degli investitori e, man mano che la ricchezza si accumula, il numero delle decisioni aumenta di anno in anno. Diventa sempre più complesso e il costo di una decisione sbagliata può cambiare la vita. “Compro una casa che si rivaluta sempre… ma quanto mi rende realmente con tutte le tasse da pagare?” “Rimango liquido… ma come faccio a sapere quando è il momento migliore per entrare?” “Non mi fido delle banche… metto tutto sotto il materasso?” “Faccio tutto da solo così decido io come investire i miei risparmi… ma qual è il costo di questa decisione?” “I mercati scendono… vendo tutto oppure compro?” “Cerco un investimento tranquillo che mi dia il 3% senza il rischio di perdere il capitale… ma esiste?”
Le vacanze di fine anno sono spesso il momento più propizio per riflettere su ciò che è andato bene nell’anno che sta per concludersi e il momento migliore per iniziare il nuovo anno con una serie di buone intenzioni. Un'idea è trovare un momento per potersi astrarre dalla vita ordinaria e potersi ricavare del tempo per rivedere gli obiettivi di vita e dare priorità agli elementi su cui agire: ridurre il mutuo, acquistare un immobile, risparmiare per l’educazione dei figli, fare la vacanza dei sogni, pianificare la successione, ecc. Per evitare che tutte le buone intenzioni vengano dimenticate già a febbraio, il tutto dovrebbe essere scritto perché quanto andremo a scrivere sarà il frutto di una profonda riflessione e lo scrivere impegna noi stessi nei confronti di quello che abbiamo messo nero su bianco. Un’indicazione è stabilire, prima di ogni ulteriore passo, dove si è in questo momento così come ogni navigatore satellitare ha bisogno di avere la posizione attuale per poter poi dare indicazioni sulla meta desiderata. Ecco dunque alcuni suggerimenti per ben incominciare il tuo lavoro e capire da che punto stai partendo.
Nella primavera scorsa ho avuto l’opportunità di partecipare ad una visita riservata alla Galleria degli Uffizi e, mentre la bravissima guida ci spiegava tutto con grande professionalità, siamo passati davanti alla sala dedicata ai Pollaiolo. In questa sala è conservato il ciclo delle Sette virtù, Pollaiolo ne realizzò sei tra il 1469 e il 1470, l’ultimo venne dipinta dal giovane Botticelli. I fratelli Antonio e Piero Benci – noti come del Pollaiolo, a causa della professione del padre, venditore di pollame – sono stati due artisti del Rinascimento e tra le sette opere dedicate alle virtù mi ha colpito quella dedicata alla prudenza. In questo dipinto la prudenza è raffigurata con i due attributi tipici dello specchio che impone la conoscenza di noi stessi e di guardarsi le spalle, e del serpente simbolo della logica, della cautela, della sapienza e del tempo che si rinnova ciclicamente. La prudenza nell’agire è positiva perché ci consente di prendere decisioni giuste, ma a volte la troppa prudenza scaturisce in paura dell’agire e ci porta all’immobilismo, a non fare nulla e a non prendere alcuna decisione. Nel campo degli investimenti la prudenza ci consente di analizzare attentamente tutte le variabili che ci porteranno a prendere una decisione, ma a volte siamo sopraffatti da un eccesso di prudenza quando ad esempio diciamo: aspettiamo un attimo ad investire adesso il mercato è salito troppo, lascio i soldi sul conto cosi non perdo nulla, il mercato azionario mi fa paura ecc. Ciò porta la maggioranza delle persone a non riuscire a vedere bene le immagini restituite dallo specchio in cui ci si ritrae perché queste sono offuscate da emozioni, aspettative e pensieri che ingannano la percezione della realtà oppure dalla vanità di tante persone che credono di vedere bene il mondo e di capirlo, ma in realtà lo deformano come fa la sfera riflettente. Quest’ultimo è il tipico caso dell’investitore “fai da te” che pensa di conoscere molto bene il mercato italiano e ci investe la quasi totalità dei propri risparmi privandosi delle opportunità offerte dagli altri mercati finanziari.
Il rallentamento della crescita patito nel corso del 2018 – causato in parte dalle questioni geo-politiche, in primis la guerra commerciale tra U.S.A e Cina e la questione sulla Brexit nel Vecchio Continente, che hanno fatto chiudere l’anno sotto il segno dell’incertezza e di qualche preoccupante avvisaglia di malessere – ha presentato il conto proprio in dicembre.