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Scoprirai i vantaggi della pianificazione patrimoniale, sarai aggiornato sulle ultime notizie finanziarie e potrai conoscere meglio me e il mio lavoro.

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24/11/2020

Gli italiani sono un popolo di risparmiatori e, quando si deve pensare alla pensione, spesso si preoccupano senza trovare le giuste mosse da fare. Quante volte avrai sentito dire che “alla pensione bisogna pensarci per tempo”? Ai più potrebbe sembrare un ritornello vuoto di significato e spesso viene ignorato. In un paese come il nostro, in cui ancora ci si affida troppo spesso alla previdenza pubblica con il pensiero che la pensione dello Stato sia l’unica fonte di sostentamento per una vecchiaia serena, per costruire un pensionamento felice basterà fare delle scelte che ci permetteranno di trascorrere una vecchiaia senza rimorsi. La storia del sistema pensionistico italiano è in continua evoluzione, nel corso degli ultimi decenni abbiamo assistito a diverse riforme previdenziali volte all’allungamento dell’età pensionabile e all’aumento degli anni di contribuzione minima. Quali sono le principali cause che hanno determinato queste modifiche sostanziali al sistema previdenziale?

  • Invecchiamento della popolazione
Siamo un paese dove si fanno sempre meno figli e di conseguenza il rapporto tra giovani ed anziani continua ad aumentare. Per 100 giovani sotto i 15 anni ci sono 173 persone over 65 anni. Secondo il prof. Gian Carlo Blangiardo, ordinario di Demografia all’Università Bicocca di Milano, il rapporto tra la popolazione attiva (20-65anni) e i pensionati raddoppierà nel giro di una generazione. Si stima che nel 2050 avremo 7,9 milioni di giovani sotto i 15 anni, ma avremo 19,8 milioni di over 65enni. Questo significa il doppio del carico previdenziale. Nell’immagine seguente vediamo chiaramente come una struttura demografica “a fungo” (cioè dove i vecchi sono più dei giovani), mette a rischio la base produttiva: troppo pochi quelli che lavorano, e troppi quelli che avranno bisogno di una pensione pagata. [caption id="attachment_2988" align="aligncenter" width="626"]anziani Fonte: ForFinance[/caption]  
  • Cambiamento nella natura del lavoro
Rispetto al passato, l’entrata nel mondo del lavoro si è spostata più avanti nel tempo. Molto spesso i giovani svolgono lavori saltuari o lavori con contributi non sempre regolari e pertanto gli accantonamenti rischiano di essere molto inferiori rispetto alle necessità. Tutto questo comporterà che le persone faranno sempre più fatica a ricevere pensioni in linea con il loro tenore di vita proprio perché la contribuzione non sarà adeguata. A pagare saranno soprattutto i nati a partire dagli anni ‘80, i quali percepiranno una pensione calcolata esclusivamente con il sistema contributivo, che richiederà più anni e una continuità lavorativa che spesso i giovani italiani non hanno.  
  • Longevità
Grazie al continuo miglioramento delle condizioni economiche e sanitarie, in Italia la speranza di vita supera gli 80 anni per gli uomini e quasi gli 85 per le donne. In pratica passeremo oltre 24 anni in terza o quarta età secondo i dati Istat, ciò corrisponde al 45% in più di vita residua dall’inizio dell’età pensionabile rispetto agli anni 50. Questo da una parte comporterà un ingente esborso di denaro da parte delle casse dello stato per pagare le pensioni e dall’altra la necessità di avere a disposizione maggiori risorse finanziarie. La possibilità di vivere più a lungo è sicuramente un fenomeno da annoverare tra gli aspetti positivi del nostro prossimo futuro ed è altrettanto vero che questo rappresenta una sfida per far corrispondere un maggiore benessere e qualità della vita. Siamo tutti destinati a vivere di più ma chi pagherà i contributi previdenziali di persone sempre più longeve? Mercer, il più grande istituto di ricerca previdenziale al mondo, ha lanciato l’allarme “otto persone su 10 vivranno più a lungo dei loro risparmi e delle loro pensioni.” [caption id="attachment_2989" align="aligncenter" width="700"]lavoratori e pensioni Fonte: ForFinance[/caption]   C’è un’unica certezza: lavoreremo di più e prenderemo meno soldi ma soprattutto chissà quando. Possiamo decidere di lasciare tutto così facendoci travolgere dagli eventi oppure possiamo agire per costruirci una solida alternativa alla previdenza pubblica per quando lasceremo il mondo del lavoro attraverso l’introduzione di una forma di previdenza alternativa individuale. Domande del tipo: Quale tenore di vita ambisco ad avere in quegli anni? Quanti soldi mi serviranno? Quale soluzione implementare? Sono domande pertinenti che ci permetteranno di farci trovare pronti. Io suggerisco di pianificare la pensione al più presto perché il tempo è la variabile più importante che consente ai nostri risparmi di lavorare per noi con meno sacrifici. Mi auguro che ognuno di voi abbia un bravo Consulente Finanziario che vi parli di questa priorità per il vostro benessere futuro e che vi indichi il percorso giusto.


16/11/2020

Mercoledì scorso ho avuto la grande opportunità di partecipare ad un evento online organizzato da MFS Meridian con ospite il grande Reinhold Messner, alpinista, avventuriero e scrittore. Messner è stato il primo scalatore ad avere raggiunto le 14 vette più alte del mondo ed il primo ad essere sempre tornato alla base per poter raccontare le sue infinite imprese. Il riuscire a scalare una montagna, una montagna di ottomila metri, è il risultato di un processo disciplinato che non lascia nulla al caso; è il risultato che parte dall’avere un sogno che poi si trasformerà in visione per renderlo più vivido, ed in fine in azione con la pianificazione del viaggio, la scelta del compagno, il percorso più sicuro da percorrere, la scelta dell’attrezzatura da portare con sé. A tutto questo è necessario aggiungere l’equilibrio fisico e mentale, ed in montagna è tutto perché ci permette di raggiungere sani e salvi la vetta superando ogni difficoltà e ci consente anche di ridiscendere a valle in sicurezza. L’esempio della perseveranza di Messner ci porta a parlare delle nostre sfide in campo finanziario. Nel mondo degli investimenti riuscire a raggiungere un obiettivo di vita che ci siamo prefissati non è tanto dissimile dal raggiungere la vetta di una montagna o concludere un viaggio nelle zone più remote della terra. Esistono driver comuni come l’avere un obiettivo da raggiungere, la pianificazione della strategia per affrontare le scalate e le discese, la scelta degli strumenti, il controllo attivo del rischio, la gestione delle avversità come lo stress e le intemperie che possono abbattersi sulla montagna, così come sui mercati. La vetta della montagna va considerata come un obiettivo finanziario e un obiettivo di vita. Proviamo a fare qualche parallelismo tra montagna e investimenti finanziari perché potrebbero aiutarci a gestire meglio i nostri risparmi.


10/11/2020

Nell’articolo di settimana scorsa abbiamo trattato il tema degli elementi utili da considerare quando decidiamo di affidare i nostri risparmi ad una banca, questa settimana invece andremo ad identificare gli strumenti utili per valutare la solidità di quel determinato istituto bancario. Se sei un azionista... vuoi vedere aumentare il valore delle tue azioni. Se sei un obbligazionista... vuoi ricevere le cedole e vederti rimborsato il capitale investito. Se sei un correntista... vuoi che i tuoi risparmi siano al sicuro. Da sempre, ed oggi più che mai, è importante affidarsi ad una banca solida. Fino al 1° gennaio 2016 nel caso in cui un istituto bancario si fosse trovato in difficoltà era previsto il salvataggio da parte degli Stati e pertanto il rischio per i risparmiatori era molto basso. Dal 1° gennaio 2016, invece, ci sono nuove regole europee dettate dalla direttiva BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive) la quale introduce in tutti i paesi europei regole armonizzate per prevenire e gestire le crisi delle banche. Il bail-in o salvataggio interno è uno degli strumenti, all’interno della direttiva europea, che la Banca d’Italia può utilizzare per affrontare le difficolta economiche di una determinata banca; per bail-in s’intende la riduzione del valore delle azioni e di altri crediti della banca. Si applica seguendo una precisa gerarchia sintetizzata nella tabella sotto:   Parliamo di quelli che sono gli elementi che ci possono aiutare a comprendere in quale stato di salute si trova una banca. Prima di tutto occorre valutare quanto è solida una banca a livello patrimoniale, quanto è liquida e quanta redditività è in grado di generare. La Solidità patrimoniale ci dice quanto quella banca è in grado di rimanere in vita. La Liquidità esprime la capacità di reagire di fronte a determinate situazione avverse. La Redditività ci racconta quanto la banca è in grado di generare profitto nel tempo.


02/11/2020

Per tutti è indispensabile avere un conto corrente per depositare il proprio stipendio, per accendere un mutuo, per il proprio business o per gestire i propri risparmi. Ma se in passato la scelta della banca era un puro caso, per la vicinanza al luogo di lavoro o alla propria residenza oppure perché era la banca dei genitori o nonni, oggi la scelta della banca a cui affidare i nostri risparmi rappresenta una delle decisioni finanziarie più importanti che possiamo prendere per il nostro futuro. Questo perché una Banca non è uguale all’altra. Ma come scegliere la banca giusta e quali sono gli elementi da considerare?


26/10/2020

Una storica frase cita che “gli italiani sono un popolo di Santi, Poeti, Navigatori…” e a noi piace aggiungere “di risparmiatori”, anche se non di investitori e ne è la prova l’enorme liquidità parcheggiata sui conti correnti. Quella della liquidità è una tendenza che accompagna da sempre noi italiani, ma che negli ultimi 10 anni è andata via via ad aumentare. Ma in quest’ultimo anno cosa è successo? Nel periodo del lockdown questa liquidità è addirittura aumentata mediamente dell’8% rispetto al 2019 dove 28 milioni di italiani hanno continuato a risparmiare complice anche la difficoltà a consumare. Secondo l’ultimo bollettino dell’Albi, sui conti correnti degli italiani sono depositati 1.682 miliardi di euro e se andiamo a guardare la ricerca di Banca d'Italia del 2019 già ci parlava di più di 1.400 miliardi di liquidità. Questo aumento si spiega certamente con la situazione sanitaria che stiamo vivendo la quale determina paura per la salute e preoccupazione anche per il risvolto economico, per cui di fronte ad un’accentuata incertezza si tende a risparmiare di più. Questo è sicuramente un fatto positivo, ma è opportuno fare dei distinguo: Se si ha bisogno di quella liquidità nel breve termine (9-12 mesi) allora il conto corrente è la scelta migliore, diversamente il conto corrente è la scelta più inappropriata. Fino a qualche anno fa si era abituati a vivere di cedole piuttosto generose del debito governativo ritenuto sicuro e protetto, ci si sentiva in una botte di ferro e non si andava alla ricerca di altre forme d’investimento diversificate. Oggi però il mondo finanziario è caratterizzato da tassi a zero se non addirittura negativi a cui il risparmiatore non è abituato e pertanto posticipa ogni decisione arrivando alla conclusione: “Lascio i soldi in conto perché non si sa mai oppure perché almeno non li perdo.” Ma è veramente così? Il vero rischio oggi è proprio l’illusione della protezione della liquidità sul conto corrente. Per far capire meglio questa illusione facciamo un esempio pratico. Chi nel 1960 ha messo da parte 100.000 lire rinunciando a 10 cene al ristorante si è ritrovato nel 2003, quando il cambio di valuta gli ha imposto il passaggio agli euro, con l’equivalente di 5 caffè. Questo depauperamento di potere d’acquisto è stato causato dall’inflazione. Quindi soldi in eccesso sul conto corrente comportano la certezza di perdere denaro nel tempo inteso come potere d’acquisto. L’altro elemento fondamentale da considerare è la mancanza di pianificazione finanziaria.


20/10/2020

In questo mese dedicato all’educazione finanziaria, porto all’attenzione il problema delle truffe del trading online, un fenomeno che prima era circoscritto a pochi casi ma che recentemente si è trasformato in un problema anche sociale. In questi ultimi anni sempre più persone hanno subito truffe e, secondo i dati Istat, quasi 6 italiani su 10 sono stati truffati almeno una volta. In questa trappola possono cadere tutti, dal professionista all’impiegato, dal pensionato al disoccupato. C’è chi ha “bruciato” (qui il termine bruciato ha senso) il proprio Tfr, oppure chi senza lavoro “investe” i pochi risparmi messi da parte nella speranza di raddoppiarli peggiorando la propria situazione. Nei periodi di crisi come quello attuale, i tentativi di truffa diventano ancora più frequenti trovando terreno fertile anche a causa della scarsa cultura finanziaria delle persone. Negli ultimi mesi si sono moltiplicate le proposte, soprattutto sul web e social, ad aprire degli account online per iniziare a fare trading e ottenere guadagni stellari. Purtroppo il risultato è quasi sempre la perdita di denaro che difficilmente si potrà recuperare. Sul numero di ottobre della rivista Wall Street Italia è stato pubblicato il mio articolo su come evitare le truffe del trading online insieme a quattro regole d’oro da seguire. LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO articolo wall street


13/10/2020

Quest’anno siamo alla terza edizione del mese dell’educazione finanziaria. Ottobre è il mese in cui si organizzano iniziative fisiche e online in tutto il territorio nazionale con lo scopo di sensibilizzare gli italiani ad una gestione corretta e sostenibile del denaro. Questo è un tema talmente sentito che nel 2017 è stato istituito il Comitato per la Programmazione e il Coordinamento delle Attività di Educazione Finanziaria (Edufin) presieduto dalla prof.ssa ed economista Annamaria Lusardi che insegna finanza personale negli Stati Uniti alla George Washington University. L’obiettivo del comitato e di tutte le iniziative per la diffusione dell’educazione finanziaria è quello di migliorare la capacità degli italiani nelle conoscenze di base, di far sì che siano in grado di individuare i propri bisogni, le proprie esigenze e le proprie priorità e saper riconoscere i rischi più grandi di un potenziale investimento. In un’intervista al Corriere della Sera del 1° settembre 2020 la prof.ssa Annamaria Lusardi, ha evidenziato gli errori classici commessi dagli investitori italiani: “Premesso che la finanza è sempre un fatto personale, parlerei di tre errori potenziali. Il primo è non sapere. Non avere una conoscenza adeguata degli strumenti finanziari non permette di valutare bene i rischi. Poi 1 italiano su 3 non consulta alcuna fonte, si confronta solo con amici e parenti. Il che non gli permette di uscire dalla propria bolla. Infine un quarto degli italiani non ha obiettivi finanziari di lungo termine e gli studi lo dicono chiaramente: senza un progetto non si accumula ricchezza”. Inoltre, secondo l’indagine condotta da Standard & Poor’s Ratings Services insieme alla Banca Mondiale, gli italiani sono solo al 63° posto per livello di alfabetizzazione finanziaria e all’ultimo posto tra i Paesi del G7. In Italia solo il 45% degli uomini presenta un adeguato livello di educazione finanziaria, livello che scende al 30% per le donne. La scarsa conoscenza porta principalmente ad un’eccessiva preoccupazione, ad una visione di breve termine degli investimenti e ad una eccessiva avversione verso altri strumenti che non siano il conto corrente o similare. La prova è data dagli oltre 1.500 miliardi di liquidità parcheggiata sui conti correnti. Ovviamente tutte queste distorsioni si trasformano in un’allocazione non coerente con gli obiettivi. Certamente non hanno giovato i casi Mps, Veneto Banca, Popolare di Vicenza e la vendita di bond subordinati di qualsiasi genere ai risparmiatori, molto spesso ignari dei rischi che tali strumenti presentavano. Tutto questo crea diffidenza e stimola comportamenti di avversione al rischio, di prudenza, preferendo veder ridurre il valore reale del proprio denaro a causa dell’inflazione pur di non perdere la protezione del conto corrente. Ma un altro aspetto della inadeguata conoscenza o della mancanza di una guida professionale riguarda il rischio di una percezione errata della realtà che il risparmiatore ha e che ingigantisce le sue aspettative con conseguenti frustrazioni ed ulteriore disaffezione quando il risultato non corrisponde alle sue aspettative. In un recente rapporto della Consob sulle scelte di investimento degli italiani si registra un disallineamento pari a circa il 40% dei casi che si traducono in una sopravvalutazione delle proprie conoscenze ed aspettative. Il risparmiatore “fai da te” ne è l’esempio più lampante che investe quasi del tutto in Italia: in immobili per oltre il 50% (98% in Italia) convinto che il mattone si rivaluta sempre, in reddito fisso a breve termine o in liquidi (un terzo) perché considerati più sicuri e remunerativi, e solo in una percentuale minima di azioni sui mercati mondiali (3%) in quanto ritenute pericolose. Nell’ultimo decennio, dato la perdita di un quarto del valore reale degli immobili e i tassi bassi sul reddito fisso e i depositi monetari, il “fai da te” non ha prodotto pressoché nessun valore mentre l’indice delle azioni mondiali è salito del 190%. [caption id="attachment_2909" align="aligncenter" width="877"] Analisi dal 9/10/2010 al 9/10/2020[/caption]   [caption id="attachment_2908" align="aligncenter" width="1004"] Fonte: Quantalys[/caption]   Tutto questo, se ci pensiamo bene, è un danno non solo per la singola persona e la sua famiglia, ma per il Paese intero perché diventa sempre più povero. Facciamo un semplicissimo esempio: la ricchezza privata degli italiani ammonta a circa 10.000 miliardi e se il rendimento finanziario scende soltanto dell’1%, come conseguenza di scelte non corrette, ci sarà minore ricchezza per 10 miliari, circa lo 0,8% del prodotto interno lordo. Da diversi studi ed evidenze empiriche emerge che chi ha maggiore conoscenza finanziaria associata ad una maggiore consapevolezza in merito alla destinazione del proprio risparmio, pianifica di più il proprio futuro, risparmia di più ed investe meglio i propri risparmi, si indebita di meno e gestisce meglio il proprio debito. Investire nell’educazione finanziaria significa prevenire situazioni problematiche e creare le condizioni ottimali per la realizzazione dei propri obiettivi di vita, in pratica significa investire nel nostro futuro ed avere a cuore il futuro del nostro Paese intero. L’importanza di quanto detto è nota ai più, ma nella quotidianità le persone hanno sempre poco tempo ed urgenze che portano ad effettuare scelte finanziarie in modo sbrigativo e poco approfondito con scelte di strumenti e servizi in modo spesso inconsapevole. Se a questo aggiungiamo che parlare di estratti conto, bilancio famigliare o budget non sono tra le cose più appassionanti oltre al fatto che la finanza viene percepita come qualcosa di noioso e complicato ecco che il problema si ingigantisce.


06/10/2020

“Mai rimandare a domani ciò che puoi fare oggi” (T. Jefferson) Gli smartphone sono diventati ormai un oggetto da cui non ci si può separare. Li usiamo per controllare il tempo, per ottenere indicazioni stradali, per cercare il nome di quel film che non riusciamo a ricordare, per rimanere in contatto con le altre persone e… anche per telefonare. I produttori rendono facile tenere il passo con le modifiche di una tecnologia in continuo miglioramento inviando aggiornamenti del sistema operativo direttamente sul proprio smartphone. Tutto quello che bisogna fare è toccare "aggiorna ora". Sembra abbastanza semplice, eppure spesso si opta per il pulsante "aggiorna più tardi", perché, ammettiamolo, il tempo è denaro. A volte non si trovano nemmeno quei pochi minuti da perdere in attesa del download per fare l’aggiornamento. Questa mancanza di tempo, o questo non trovare il tempo per fare un aggiornamento, può non creare nessun problema nell’immediato ma può rendere le cose più complicate in seguito. Alcuni mesi di avvisi e promemoria ignorati possono comportare un notevole arretrato di aggiornamenti e rallentamenti nell’utilizzo di alcune funzioni. Prendersi cura di tale arretrato richiederà molto più di cinque minuti e lo sappiamo bene. Chiunque legga questo articolo probabilmente ha un elenco di cose da fare eppure ritiene importante impiegare quattro minuti del proprio tempo per leggere e informarsi. Magari questi quattro minuti potranno essere utili per fare e iniziare ad agire. Stare con le mani in mano significa che non si sta agendo per risolvere il problema e che quindi tale problema rimarrà tale. Ogni volta che stiamo fermi aumentiamo la possibilità di stare fermi anche la prossima volta, sviluppiamo l’abitudine a procrastinare. Secondo Piers Steel, professore nel settore del comportamento organizzativo e delle risorse umane, le persone entrano in un circolo vizioso di procrastinazione a causa dell'incapacità di gestire stati d'animo negativi legati ad un compito. La procrastinazione non è legata alla gestione del tempo, non ha niente a che fare con la pigrizia, ci mettiamo a fare altro perché il compito che stiamo evitando è noioso oppure porta insicurezza, paura del risultato o ansia. Ci sono molti compiti in cui rimandare non è solo una cattiva abitudine, ma può anche avere effetti negativi nella vita. La gestione finanziaria del patrimonio è una di queste cose. Quando si tratta di denaro e pianificazione finanziaria, ci sono almeno 3 ragioni principali per cui si tende a procrastinare.


29/09/2020

“L’uomo deve scegliere. In questo sta la sua forza: il potere delle sue decisioni” – Paulo Coelho.
Nelle settimane precedenti abbiamo parlato del ruolo del Consulente Finanziario e del perché sia meglio scegliere di affidarsi alla professionalità di un esperto per cercare il proprio benessere finanziario. In questo articolo andremo a vedere quali sono gli elementi che ogni risparmiatore dovrebbe valutare nella scelta del proprio Consulente Finanziario. Scegliere significa porsi delle domande, scegliere significa maturare delle idee, scegliere significa avere delle preferenze. Intraprendere un percorso con un Consulente Finanziario dopo avere fatto la scelta del professionista che più ci ha ispirato fiducia, ci porterà ad avere con lui o lei un rapporto non solo di tipo finanziario, ma anche personale. La gestione della ricchezza infatti è molto simile alla tutela della salute e devi essere in grado di condividere informazioni personali e conversazioni sul tuo stile di vita, obiettivi e priorità. Quando si matura la decisione di affidarsi ad un Consulente Finanziario, per poter capire se si è fatta la scelta giusta, prendi in considerazione questi 7 suggerimenti: 1.Verifica l’effettiva iscrizione del consulente all’albo unico dei consulenti finanziari attraverso il sito dell’OCF dove si trovano i suoi dati personali, il suo domicilio, la data di inizio attività e la società per cui opera. Inoltre verifica se ha delle specializzazioni, come ad esempio la certificazione Efa rilasciata dall’Efpa, European Financial Planning Association, l’ente più autorevole in Europa in tema di certificazione di consulenza finanziaria. Già con questi dati puoi farti un’idea sulla sua esperienza lavorativa. 2. Consulta internet digitando il suo nome per capire se quel consulente ha un sito personale o un blog dove pubblica articoli, come interagisce con il suo network di contatti su LinkedIn. Tutto questo ti darà delle indicazioni sul suo modo di lavorare e sulle sue competenze. 3. Al primo incontro verifica la sua capacità di ascoltarti in modo attivo. Lascia che ti faccia un’intervista sulla tua composizione famigliare, sul tuo lavoro ,se ci sono persone da tutelare, sulle tue passioni, sullo stato attuale della tua protezione. Non sentirti in imbarazzo di fronte a queste domande. Pensa a quando vai da un medico che non conosci  per una visita specialistica e lui per fare una diagnosi corretta ti farà diverse domande personali, allo stesso modo devi raccontare tutto al Consulente Finanziario affinché sia in grado di darti la cura giusta per i tuoi bisogni e di quelli della tua famiglia. 4. Con il Consulente Finanziario bisogna sentirsi a proprio agio. Infatti sarà colui che ti aiuterà a pianificare il tuo futuro per cui è importante trovare il giusto feeling. Se non ti senti a tuo agio potresti trattenerti nell’esprimere i tuoi pensieri e questo potrebbe portare a ricevere consigli divergenti dalle tue reali esigenze. Qui parliamo di empatia e fiducia che costituiscono gli elementi fondanti per un rapporto professionale di lungo termine. Prova a  capire quali sono i suoi valori e se corrispondono ai tuoi. 5. Chiedi qual è il suo metodo di lavoro e la sua proposta di valore che lo differenzia rispetto alla concorrenza. Condividi il suo metodo? Proprio come non faresti un viaggio senza una mappa, allo stesso modo il consulente finanziario dovrebbe indicarti le varie tappe del viaggio per avere una chiara direzione al fine di raggiungere la destinazione finale. Inoltre, il tuo consulente dovrebbe chiarire all'inizio il livello di servizio che puoi aspettarti. Ciò include la frequenza con cui vi incontrerete per rivedere i progressi del piano finanziario; per  rilevare eventuali  cambiamenti dei tuoi  obiettivi; se ti tiene aggiornato anche attraverso newsletter in-formative. 6. Accertati su quale sia il suo approccio di lavoro, se proattivo o passivo. Un Consulente Finanziario proattivo anticipa le tue esigenze proponendoti a seconda delle tue necessità percorsi e strumenti corretti e differenziati. 7. Comprendi se ha la capacità di comunicare in modo semplice e chiaro senza usare parole troppo tecniche, il buon consulente deve essere trasparente nel condividere i costi e benefici di ciò che ti propone e deve sapere creare valore per i tuoi obiettivi. Ora che sai quali domande porre e cosa cercare in un consulente, non esitare a prendere il controllo delle tue finanze oggi e trova un consulente adatto per collaborare con te. Scegliere un consulente piuttosto che un altro può fare davvero la differenza per il tuo benessere finanziario.   Ogni mese scrivo la mia newsletter “Oggi ti parlo di…” che condivido con i miei clienti e con il mio network volta ad analizzare tematiche specifiche al fine di creare spunti di riflessione e confronto e rimanere sempre informati. Se non lo hai ancora fatto iscriviti qui: Oggi ti parlo di…   Rosario Daniele Iemulo


22/09/2020

Si è soliti pensare di avere tutte le capacità per gestire, e anche per poter far fruttare, il proprio patrimonio. E infatti chiedere aiuto ad un esperto per tante persone è un tabù. Ma quant’è vero quel detto che dice a ciascuno il suo mestiere… Se si rompe il condizionatore in quanti riescono ad aggiustarlo senza rivolgersi ad un tecnico? La propria auto se non funziona più la si sistema in casa o si va dall’esperto? E quanti hanno la capacità di difendersi da soli davanti ad un tribunale? Pochi esempi per spiegare quanto sia importante affidare alle mani giuste tutto ciò che ci riguarda, che da soli non potremmo seguire. Lo stesso dovrebbe valere anche per le proprie finanze ed affidare la gestione dei propri risparmi ad un professionista che, con comprovate competenze ed esperienza, può aiutare a definire e raggiungere i propri obiettivi di vita. Sia i mercati finanziari che quello immobiliare hanno subito nel tempo profondi cambiamenti, con il mercato obbligazionario che non è più quello di un tempo e presenta rendimenti prossimi allo zero ed il mercato immobiliare in buona parte dell’Italia è in declino da oltre un decennio. Oggi gestire il denaro è diventato più complicato e, secondo un recente sondaggio in America per conto del Financial Planning Standards Council (FPSC), il 42% degli intervistati considera il denaro il loro principale stress. Quasi il 30% dichiara di non essere sicuro del raggiungimento dei propri obiettivi finanziari. La ricerca mostra che le persone che hanno un piano finanziario hanno maggiori probabilità di sentirsi preparate a raggiungere i propri obiettivi finanziari. Sono più sicure delle proprie finanze, hanno tassi di risparmio più elevati e accumulano maggiore ricchezza rispetto ai non pianificatori. Anche nella mentalità del risparmiatore italiano inizia ad inculcarsi l’importanza di non concentrarsi solo sullo strumento da comprare bensì sulla scelta del giusto Consulente Finanziario con cui sviluppare un rapporto professionale. Da un recente sondaggio condotto da Columbia Threadneedle Investments sembra aumentare la consapevolezza della necessità di affidarsi a professionisti, tanto che il 42% dei risparmiatori con investimenti ha dichiarato che darà maggior valore e spazio alla consulenza finanziaria. Ad oggi, però, solo il 13% degli investitori italiani si è già approcciato con un consulente professionale.