Lavorare per me significa puntare al meglio!
Benvenuta, benvenuto nel mio blog.Qui tratto tematiche che hanno come principale obiettivo fare acquisire una maggiore consapevolezza finanziaria.
Scoprirai i vantaggi della pianificazione patrimoniale, sarai aggiornato sulle ultime notizie finanziarie e potrai conoscere meglio me e il mio lavoro.
Utilizza il mio blog per accrescere la tua cultura finanziaria e comprendere meglio il mondo della finanza personale, io offro informazioni precise, puntuali e concrete, sorrette da dati certi.
Se anche tu punti al meglio seguimi!

Perché perdersi il piacere di godere del cibo del nostro ristorante preferito?
Come cambiano le abitudini degli italiani… Nell’ultimo anno la consegna a domicilio di food si è dimostrata un servizio essenziale, portando direttamente a casa, in modo facile, veloce e sicuro i propri piatti preferiti.
Le ricerche su Google in tutto il mondo delle parole "consegna di cibo a domicilio" sono aumentate in modo esponenziale e secondo alcuni studi le consegne mensili a domicilio di ristoranti sono aumentate di quasi il 350% rispetto ai livelli di pre-covid.
Tale tendenza ha fatto proliferare la nascita di app per la prenotazione del cibo e le aziende legate alla consegna hanno notevolmente accresciuto il loro fatturato.
Una di queste società, Deliveroo, per sfruttare il buon momento in termini di ricavi (ma non di utili) e anche di mercato, ha deciso di quotarsi alla borsa di Londra, ma nel primo giorno di quotazione il valore del titolo è sceso del 26% rispetto al prezzo iniziale tanto da portare diversi investitori a definire questa quotazione: “la peggiore Ipo nella storia della borsa di Londra”.
Ma quali sono stati i motivi di questo fallimento e cosa c’entrano i criteri Esg?
Il motivo principale è il modello di business della piattaforma dove molti analisti hanno evidenziato lo sfruttamento dei rider ed alcuni grandi gestori britannici, tra cui Aberdeen, Aviva e Legal & General, si sono rifiutati di partecipare alla sottoscrizione dei titoli e di inserirli nei propri portafogli proprio perché ritengono che la società non rispetti gli standard di un corretto trattamento dei lavoratori e dei loro diritti. Non sono considerati in linea con i criteri di investimento responsabile.
C’è poi il tema della governance. In particolare, il fatto che il fondatore Will Shu, amministratore delegato, con appena il 6,3% delle azioni abbia diritti di voto straordinari controllando di fatto al 57,5% Deliveroo per tre anni.
Questo esempio ci porta a considerare come anche la finanza possa essere sostenibile, dove le decisioni finanziarie, le strategie d’investimento e di allocazione delle risorse consentono progressi nella direzione dello sviluppo sostenibile.
Gli investimenti sostenibili o gli investimenti ESG, abbreviazione di Environmental, Social and Governance, sono una concreta manifestazione di finanza sostenibile.
Come risparmiatori ed investitori abbiamo la possibilità di orientare i nostri investimenti verso quelle aziende che contribuiscono alla lotta contro i cambiamenti climatici, che affrontano in modo efficace le problematiche relative alla qualità dei contratti di lavoro, l'uguaglianza sul posto di lavoro e la formazione e lo sviluppo del personale oltre ad una buona governance societaria con comitati diversificati e responsabili e diritti degli azionisti.
Tra il 2014 e il 2018, i patrimoni gestiti in modo sostenibile sono aumentati di oltre il 68% e ora rappresentano circa un quarto di tutti i patrimoni gestiti a livello globale.
L'Europa è in prima linea in questa crescita e rappresenta oltre il 50% degli investimenti responsabili a livello mondiale.
Investire significa guardare al futuro e l’investimento ESG permette di adottare una visione di lungo termine nell’allocazione delle risorse non limitandosi ai soli ritorni economici, ma anche alla creazione di benefici per l’ambiente e la società in generale.
Oggi è possibile coniugare finanza, crescita e sostenibilità per un modello di economia che permetta di preservare l’ambiente in cui viviamo e favorisca lo sviluppo sociale.
Seguimi, ti terrò aggiornato su questa e molte altre tematiche d’attualità finanziaria e se vorrai fare qualche approfondimento per un investimento sicuro e sostenibile contattami, insieme sapremo percorrere la migliore strada e pianificare il tuo migliore progetto di “vita”.
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Rosario Daniele Iemulo

In un passato, neppure troppo lontano, tante banche lottavano a colpi di promozioni per accaparrarsi un cliente con tanta liquidità, ma, oggi che la situazione è cambiata occorre fare i conti con scenari molto diversi.
Chi si sarebbe immaginato che per mantenere depositati i propri risparmi sul conto corrente si dovesse pagare o addirittura si venisse invitati a trasferire la liquidità presso altre banche?
Ha fatto scalpore la scelta di Fineco di chiudere il conto a quei clienti che lo utilizzano esclusivamente per depositarvi la liquidità ma dobbiamo dire che in Europa molte banche, già da oltre un anno, fanno pagare una commissione dello 0,50% sui depositi sopra i 100.000 euro. Anche in Italia, diversi istituti bancari, tra cui Unicredit, Bper, Bnl hanno introdotto una commissione sui conti delle persone giuridiche sulle giacenze superiori ad una determinata cifra.
Ma quali sono le ragioni di questo cambio di rotta?
Come sappiamo, la Bce, nel tentativo di sostenere l’economia, ha adottato da tempo una politica monetaria espansiva che ha avuto il merito da una parte di immettere liquidità nel sistema economico (anche se chi ha beneficiato di questa liquidità non l’ha investita ma l’ha depositata sul conto corrente) e dall’altra di ridurre i tassi interbancari come l’Euribor, il tasso utilizzato dalle Banche per le operazioni di finanziamento, attualmente al – 0,553%. Per cui, la prospettiva che si mantenga su tali livelli ancora per svariati mesi (come da analisi macroeconomiche
di Bce), ha determinato un impatto sfavorevole sull'attività di gestione della liquidità da parte delle banche, con particolare riferimento a quella depositata dai clienti sul conto corrente specie se per lunghi periodi, rendendola di fatto ancora più onerosa (secondo gli ultimi dati di ABI sui conti correnti delle banche italiane sono depositati 1.740 miliardi di Euro).
Il risultato della scelta degli italiani di tenere fermi i propri risparmi sul conto corrente, risulta opposto a quello desiderato perché, in questo modo, tenendo bloccati i soldi ci si ritrova più poveri.
Negli ultimi vent'anni, tutto sommato, l'inflazione non è stata poi tanto alta, ha viaggiato intorno al 2% o giù di lì e sempre negli ultimi vent'anni abbiamo avuto una situazione dove l'economia mondiale, rappresentata col famoso indice Morgan Stanley World Index, nonostante tutto quello che è successo in termini di eventi negativi, ha conseguito un ritorno del 600% mentre dall'altra parte l'inflazione solo per l'effetto della capitalizzazione composta ha eroso il potere d'acquisto di circa il 34% per chi avesse tenuto la liquidità sul conto.
Facciamo un esempio per rendere bene l’idea.
Immaginiamo di avere due cugini, uno che vive negli Stati Uniti e uno in Italia, che vent'anni fa hanno ricevuto in eredità 1000 euro.
Gli americani, come sappiamo, spendono di più di noi così, quando l’italiano ha ricevuto quei 1000 euro, ha detto: intanto me li metto da parte perché “non si sa mai” e poi vediamo cosa succede. Il cugino americano, invece, vedendosi arrivare l’eredità ha detto: fantastico, intanto 500 euro me li spendo e gli altri 500 li investo sull’economia del mondo.
Negli anni l'americano ha continuato a tenere i soldi investiti lì e l’italiano invece ha continuato tra un disastro e l'altro a dire “ma non mi fido… non lo so… non è il momento migliore per investire” quindi ha continuato a tenere i suoi 1000 euro sul conto corrente.
Oggi l'italiano, che apparentemente è molto più virtuoso di suo cugino americano, si ritrova con 660 euro come potere d'acquisto mentre il cugino americano, più cicala perché ne ha pure spesi subito la metà, se ne ritrova 3500.
Gli americani hanno una propensione al risparmio molto bassa e di consumo alta, al contrario degli italiani, ma il risultato è che i risparmiatori americani sono diventati più ricchi mentre invece noi no.
Perché? Quei pochi risparmi che accantonano gli americani li fanno lavorare investendoli nell’economia reale attraverso gli indici azionari… mentre noi italiani, se potessimo, li terremmo ancora sotto il materasso.
Nel grafico sotto notiamo quanto abbia reso la liquidità parcheggiata sul conto e quanto se investita nell’economia reale attraverso l’indice azionario globale.
Proviamo a comparare i rendimenti di 100.000 euro investiti negli ultimi 10 anni nelle diverse forme di impiego.
Se poi consideriamo il rendimento reale al netto dell’inflazione degli ultimi 10 anni la liquidità ci ha fatto perdere soldi in termini di potere d’acquisto.
Ecco questa è la tragedia finanziaria che si è consumata non solo negli ultimi 10 anni, ma da sempre e che rischia di essere aggravata da quello che succederà nei prossimi anni perché è evidente che siamo di fronte ad uno scenario con un’inflazione prevista al rialzo rispetto agli ultimi anni che poi è quello che vogliono anche i governi e le banche centrali.
Quindi come si deve comportare il singolo risparmiatore ed investitore?
Nessuno può prevedere l’andamento dei mercati, quando è il momento migliore per investire o sapere con esattezza quanto renderà un determinato investimento, ma c’è una certezza, in uno scenario di tassi bassi, il conto corrente non produrrà remunerazione e la liquidità perderà valore nel tempo.
È sempre più evidente, quindi, che per ottimizzare e rendere maggiormente efficiente la gestione delle nostre finanze sia assolutamente necessario pianificare realizzando passo dopo passo i nostri obiettivi, bilanciando adeguatamente protezione e assunzione di rischio oltre al corretto orizzonte temporale.
Muoversi per tempo con una strategia ben definita può fare la differenza per evitare il più grande esproprio di ricchezza causato dalla perdita di valore dei tuoi risparmi.
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Rosario Daniele Iemulo

Lo so, riuscire a gestire i propri risparmi all’altezza delle proprie aspettative in questo momento è particolarmente complicato. Se lo è anche per te perché:
- i rendimenti delle obbligazioni sono prossimi allo zero;
- i mercati ti fanno paura per le forti oscillazioni;
- sei inondato di continue informazioni che non ti consentono di compiere scelte corrette;
- vorresti iniziare ad investire ma c’è sempre qualcosa che ti trattiene;
- non hai trovato una persona di fiducia che possa affiancarti nella gestione dei risparmi;
- al primo ribasso del mercato pensa che l’idea migliore sia quella di vendere tutto;
- pretende di ottenere tutto e subito senza attendere i frutti derivanti dagli investimenti;
- è alla ricerca sempre del miglior titolo o strumento dove investire senza avere una chiara strategia e un metodo.
- ha degli obiettivi di vita da raggiungere;
- pianifica gli investimenti;
- gestisce le emozioni nelle diverse situazioni di mercato;
- ha pazienza e attende i frutti dei propri investimenti.

Oggi ti parlo degli errori più facili che si compiono quando si investe. Un po’ come in tutte le cose che si fanno, l’errore è dietro l’angolo. Perché si dovrebbe essere immuni in campo finanziario? Se ti sta a cuore il tuo benessere finanziario, scopri con me quali sono gli errori più frequenti in cui non ci si deve imbattere.

La conosciamo tutti la storia della cicala e la formica di Esopo? Una cicala trascorre il suo tempo saltellando e cantando per tutti i mesi dell’estate, godendosi le belle giornate di sole, mentre una formica lavora sodo per tutta l’estate, raccoglie cibo e lo conserva nella sua casa per l’inverno. Alla cicala è incomprensibile l’atteggiamento della formica, per questo continua a chiederle di giocare e cantare con lei, ma la formica, che imperterrita va avanti con il suo lavoro, le risponde che sta conservando il cibo per l’inverno perché presto non ci sarà più niente da mangiare e non si può fermare. La cicala ridendo le dice che non occorre preoccuparsi così tanto perché c’è cibo in abbondanza ed è bello divertirsi, e continua a cantare. Arriva l’inverno, la cicala non trova nulla da mangiare e comincia a morire di fame mentre la formica laboriosa ben nutrita, ha la sua casa accogliente con cibo in abbondanza. I fatti ci dimostrano che noi italiani siamo delle straordinarie formiche, capaci di fare sacrifici importanti pur di mettere qualcosa da parte alla ricerca di protezione e sicurezza e di modalità per creare ricchezza. Ma basta fare sacrifici e risparmiare per vivere bene? La favola di Esopo ci dice anche altro. Ci dice, se ci impersonifichiamo nella cicala, che è importante anche cantare e divertirsi. Ciò che è meglio è trovare il giusto equilibrio tra lavorare, prendersi cura di sé stessi, risparmiare e prepararsi per il futuro occupandoci meglio dei nostri soldi. È proprio nella gestione dei risparmi che vengono evidenziate le scarse capacità degli italiani, molto spesso infatti si finisce per lasciarli sul conto corrente, ne sono la prova gli oltre 1.700 miliardi di liquidità depositata nei conti correnti e depositi a breve termine. Mantenere un’ingente quota di liquidità in portafoglio comporta la rinuncia agli extra rendimenti che gli asset finanziari hanno dimostrato di ritornare nel lungo termine agli investitori lungimiranti e pazienti e ci espone anche ad eventuali rischi fiscali, patrimoniali e all’inflazione. Sarà infatti l’inflazione che eroderà il potere d’acquisto, per cui lasciare i nostri risparmi fermi significa accumulare una perdita certa e non essere protetti come invece immaginavamo.

Quando i mercati finanziari sono positivi per un periodo prolungato, gli investitori sono portati a chiedersi per quanto durerà questa fase. In ciascuno è insita la preoccupazione nei confronti dei mercati stessi, si pensa cosa si farà se arriverà qualche evento che li influenzerà negativamente e ci si chiede se si debba rimanere investiti o vendere tutto. Te lo stai chiedendo anche tu? Quando i mercati finanziari crescono a ritmo sostenuto, supportati anche da basi macro economiche solide, molti investitori trascorrono del tempo cercando di scoprire che cosa prima o poi porterà ad una discesa del mercato. Guarda caso, motivi per preoccuparsi se ne trovano sempre! Gli esperti di mercato, i media ed i social contribuiscono ad alimentare questo muro della paura attraverso continui avvertimenti su tutto ciò che potrebbe andare storto nell'economia nei mercati influenzando pertanto il comportamento degli investitori. La storia è disseminata di eventi che influenzano l’andamento dei mercati finanziari, basti pensare a tutti gli eventi accaduti negli ultimi 10 anni. Le instabilità economiche e politiche faranno sempre parte del nostro mondo, ma la tendenza dei mercati è sempre quella di salire. La spinta è data dallo sviluppo demografico, dalla costante ricerca di benessere e dal progresso tecnologico che ci costringe a guardare avanti, a non fermarci mai e adottare nuove abitudini. Un vecchio adagio di Wall Street recita “I mercati si arrampicano sul muro della paura” ovvero i mercati finanziari hanno la capacità di superare una serie di eventi e situazioni negative continuando a salire. Il muro della paura può talvolta essere costituito da un singolo evento economico, politico, finanziario o da un insieme di eventi significativi, vedi covid-19, tali da influenzare il sentimento dei consumatori e degli investitori e si verifica soprattutto alla fine dei principali periodi di ribasso del mercato o durante i mercati rialzisti come in quest’ultimo anno. La realtà è che i mercati finanziari hanno bisogno della presenza continua di preoccupazioni degli investitori per continuare a muoversi verso l'alto e scalare il muro della paura nella fiducia che ogni evento verrà risolto. Al contrario, quando tutte le preoccupazioni svaniscono, l'assenza di paura suggerisce che sei in cima al muro. In quella fase gli investitori pensano che il mercato azionario aumenterà per sempre ma il più delle volte i mercati rialzisti finiscono per esaurirsi. Una celebre frase di Sir John Templeton recita: "I mercati rialzisti nascono dal pessimismo, crescono sullo scetticismo, maturano nell'ottimismo e muoiono nell'euforia". La storia ci dimostra che l'economia e il mercato azionario sono molto resilienti sebbene le discese siano inevitabili, pertanto cosa possiamo fare per superare il muro della paura quando investiamo i nostri risparmi?

Una storia che non finisce mai… quella dell’amore degli italiani per l’investimento immobiliare, infatti, oltre il 70% della popolazione possiede una casa di proprietà (una delle percentuali più alte al mondo).
L’immobile, che per antonomasia è sinonimo di sicurezza anche in un contesto incerto come l’ultimo anno in attesa di un ritorno alla normalità, continua a essere visto come forma di investimento.
Sono in molte le persone che credono che possedere un secondo immobile come fonte di reddito sia il miglior uso del loro denaro risparmiato.
Merito anche dei tassi di interessi mai così convenienti che permettono di stipulare mutui a tassi irrisori, ma soprattutto nell’immobile comprato come investimento “puro” c’è la speranza sia di un affitto sicuro che, soprattutto, di una rivalutazione grazie ad un tendenziale aumento dei prezzi.
Si acquistano immobili per metterli a reddito perché nella percezione comune con l’immobile si riesce ad avere un certo grado di controllo: è materiale, è concreto, lo si può toccare e soprattutto è nostro e come tale acquista maggior valore.
Cosa che non ritroviamo se investiamo nell’azione Amazon, Microsoft o l’indice Nasdaq che rappresentano l’immateriale per eccellenza.
Nella tabella sotto condivido uno studio di Tecnocasa su come si evolverà il mercato immobiliare post Covid.
[caption id="attachment_3086" align="aligncenter" width="482"] Fonte: Ufficio Stampa Gruppo Tecnocasa[/caption]
Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma, ci dice anche che “il mercato è tornato indietro; siamo ancora a livelli distanti dai minimi ma abbiamo perso circa 4-5 anni”, confermando che anche i prezzi sono scesi.
Qui vediamo l’andamento dei prezzi degli immobili nei principali Paesi al mondo e l’Italia è il Paese dove i prezzi degli immobili nei 20 anni considerati sono rimasti fermi.
L’immobile è un bene che si vede e si tocca, che si utilizza, di cui se ne decide il da fare, ma ci sono aspetti che non vanno tralasciati e che non si possono controllare quando si decide di investire in immobili:
- Il mercato
- Il prezzo che qualcuno è disposto a pagare quando lo si vorrà rivendere
- Quando si troveranno gli inquilini e come si comporteranno
- Gli eventi economici imprevisti, tipo Covid-19
- Il costo della manutenzione ordinaria e straordinaria che si dovrà fare nel tempo
- I Costi delle agenzie immobiliari
- Le imposte sempre più alte sulla proprietà e le aliquote sul reddito delle locazioni
- Quanto tempo ci vorrà per vendere un immobile quando si avrà bisogno del capitale
- Il ritorno a lungo termine

Con la chiusura delle scuole per l’aumento dei contagi in Lombardia i miei due bambini hanno iniziato la didattica a distanza. Si è posto subito il problema di reperire un computer in più perché quest’anno, essendo in prima elementare, anche il piccolo necessita del suo PC. Sabato mattina mi sono recato presso un negozio di computer ricondizionati, dato l’uso limitato che necessita; dopo aver scelto velocemente il computer facendomi consigliare dal venditore sono rimasto lì in attesa che mi venisse configurato e consegnato. Durante l’attesa, entra in negozio una coppia di signori sui 65 anni e la moglie dice allo stesso venditore di aver bisogno di un pc perché quello che utilizza attualmente è molto lento ed obsoleto. Il signore addetto alle vendite le chiede correttamente: “Signora per cosa le serve il pc in modo da consigliarle quello più adatto alle sue esigenze?”. La signora a quel punto tira fuori dalla sua borsa un quaderno ed apre le pagine su cui si era appuntata le caratteristiche a suo parere importanti insieme a parecchie domande. E subito ho pensato: “Ma che brava questa signora che si documenta per essere maggiormente consapevole per prendere una decisione”. La signora ha spiegato di aver preso informazioni da amici, colleghi e da Internet, ha continuato a fare domande, anche tecniche, e dall’altra parte le risposte sono arrivate sempre precise ed argomentate; ma, dopo circa 30 minuti, vedendo il venditore abbastanza provato ho sentito il bisogno di intromettermi dicendo alla signora che io in questo negozio avevo già comprato dei pc trovandomi sempre bene grazie anche ai consigli tecnici ed esperti del signore che le stava fornendo informazioni. In pratica ho fatto una recensione in tempo reale. La signora a quel punto rivolgendosi a me dice: “Me lo consiglia veramente? Sono preoccupata di essere lasciata sola quando ho un problema, come assistenza sono affidabili?”. Quest’ultima domanda mi ha fatto pensare al mio lavoro di consulente finanziario di fiducia e a quanti risparmiatori vengono lasciati soli soprattutto nelle filiali delle banche tradizionali dove più che altro sono solo numeri. Nel frattempo il marito, sempre in disparte, guardava tutti i prezzi dei pc e ogni tanto prendeva la parola per dire questo costa 350 euro oppure prendi questo che ne costa 439, in pratica la sua attenzione era rivolta solo al costo. Oramai il dialogo era diventato a tre e rivolgendomi alla signora le dico: “Per curiosità posso chiederle quanto tempo ci ha messo a documentarsi, a leggere informazioni, a capire le caratteristiche tecniche di un pc dato che alla fine spenderà meno di 500 Euro?”. La signora candidamente risponde che in verità sono almeno due settimane che si informa e che le due paginette di appunti sono il risultato di altre 5 pagine non trascritte. Il suo modo di fare mi ha incuriosito dandomi un assist involontario per cui dopo essermi qualificato come Consulente Finanziario le ho chiesto se potessi farle una domanda più personale lasciandole la facoltà di non rispondere, la signora molto disponibile e simpatica accetta la domanda. “Immagino che voi come famiglia abbiate dei risparmi e le posso chiedere come prendete le decisioni di investimento?” La signora a quel punto risponde: “Andiamo in banca e ci facciamo consigliare dal nostro referente perché riteniamo che ci consigli per il nostro meglio”. Lì arriva la seconda domanda… “Quanto tempo impiegate per prendere la decisione?” “Il tempo necessario affinché ci venga spiegato il prodotto e per la firma dei documenti, quindi circa un’ora.” Alla fine i due simpatici signori hanno comprato il pc. Che cosa ci dice questa breve storia realmente accaduta? Quando si tratta di prendere decisioni dove buona parte delle persone impiega anche diverse settimane per informarsi, documentarsi e scegliere un oggetto che alla fine costa poche centinaia di euro si impiega tempo ed energie. Quando, invece, si devono prendere decisioni per allocare i propri risparmi non si fa altro che andare presso la filiale della banca, sottoscrivere prodotti che magari non si conoscono per caratteristiche, rendimento atteso, rischio intrinseco e, soprattutto, non si ha la percezione che quel determinato prodotto risponda alla effettive esigenze, ma solo perché proposto dalla Banca si sottoscrive. Ecco che allora quando dobbiamo prendere decisioni finanziarie ci dobbiamo porre le giuste domande, stabilire i nostri reali bisogni e informarsi, oltre a dedicare il giusto tempo così come lo dedichiamo quando dobbiamo scegliere il nuovo PC, perché la scorciatoia potrebbe essere la via più comoda ma nel campo del risparmio può portare a scelte errate che potrebbero compromettere la serenità finanziaria della nostra famiglia. Chi sa di più pianifica meglio. Se pensi che questo articolo o uno dei punti sviluppati ti sia stato utile, oppure se desideri discutere la tua situazione in modo più dettagliato, contattami per un incontro conoscitivo gratuito per capire come potrei aiutarti. Ogni mese scrivo la mia newsletter “Oggi ti parlo di…” che condivido con i miei clienti e con il mio network volta ad analizzare tematiche specifiche al fine di creare spunti di riflessione e confronto e rimanere sempre informati. 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Matrimoni, fusioni ma anche divorzi tra banche degli ultimi anni, per il risparmiatore italiano non sono una novità. Negli anni '90 assistevamo alla corsa delle banche a chi apriva più filiali. I locatori, che avevano locali da affittare, erano ben lieti di consegnare le chiavi delle loro mura a delle filiali bancarie, questo garantiva loro un affitto molto alto e per lungo tempo. Erano anche gli anni in cui si apriva il conto nella banca sotto casa, perché portava il nome della città o perché si conosceva il direttore, oppure perché era la banca storica della famiglia, un legame forte e fiduciario, e pazienza se ogni volta per entrare in banca c’era una gran coda da fare. Mi ricordo esattamente che negli anni ’80 quando mio padre mi veniva a prendere a scuola mi portava in banca per fare le operazioni per la sua attività perché a quell’ora c’era meno gente, le si studiavano tutte per passare il minor tempo ad aspettare. Oggi facciamo i conti con una realtà completamente diversa. Innumerevoli situazioni hanno incrinato i rapporti tra risparmiatore e banche; vendite per solo un euro di centinaia di sportelli, valori azionari azzerati, titoli subordinati svaniti insieme ai soldi di decine di migliaia di risparmiatori, interi consigli di amministrazione arrestati per bancarotta, riciclaggio, hanno minato il legame fiduciario tra la banca e i clienti. Ciò a cui si assiste è un declino del sistema bancario tradizionale generato da:
- Perdita di redditività causata dalla riduzione del margine di interesse derivante dalla raccolta del denaro per le misure di politica monetaria della Banca centrale europea
- Difficoltà a ridurre i costi fissi derivanti dalle strutture smisurate e dal gran numero di risorse
- Inefficienza operativa
- Costi di finanziamento più alti rispetto alle altre banche europee
- Crediti inesigibili e la Bce stima che nel 2021 una buona parte dei 1400 miliardi di crediti inesigibili rischia di raddoppiare perché molte banche hanno prestato denaro ad aziende che potrebbero non riuscire a proseguire nella loro attività d’impresa
- Quantità eccessiva di titoli di Stato italiani detenuti e le banche italiane vengono considerate come la cassaforte per il debito pubblico e nei loro bilanci hanno un peso sei volte maggiore di quello di Francia e Germania
- Emergenza Covid dove quasi tutte le filiali erano chiuse e la gente non riusciva ad andare in banca e neanche riusciva a parlare con qualcuno sia per le semplici operazioni bancarie ma soprattutto per avere un aggiornamento del proprio patrimonio finanziario
- Continuo turnover di personale che non fa altro che far sparire una componente fondamentale tra banca e risparmiatore: la fiducia
- Costi di gestione più alti che ovviamente scaricano sui clienti sotto forma di commissioni.

…Non rimandare a domani quello che potresti fare oggi… Quante volte ti è capitato di rimandare qualcosa che avevi da fare a “domani” per poi scoprire che il ritardo ha peggiorato la situazione? Se una cosa non la si fa quand’è il momento, il senso di responsabilità si fa sentire! E se almeno una volta al giorno si rimandano delle decisioni e ci si cerca di convincere che la procrastinazione ha un costo minimo o nullo… ci si sbaglia. Procrastinare può potenzialmente costare denaro soprattutto quando ci riferiamo agli investimenti e quando le decisioni finanziarie vengono rimandate. Uno dei motivi per cui le persone rimandano di prendere delle decisioni finanziarie dipende dal fatto che si pensa alla contingenza delle situazioni senza avere una progettualità per il futuro; è molto difficile agire per qualcosa che ci sarà utile più in là negli anni come ad esempio per la pensione. Sembra proprio che, più il vantaggio percepito è lontano, meno è probabile che agiremo e più è probabile che rimanderemo. La buona notizia è che una volta che le persone dedicano del tempo alla corretta pianificazione finanziaria, hanno il 75% di probabilità in più di avere fiducia nel loro futuro finanziario.